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Progetto 3

Studio azzurro

“La definizione non è cambiata dagli inizi: Studio Azzurro è un luogo dove ci si può confrontare su progetti, un posto in cui le persone hanno l’opportunità di sviluppare idee. È questo che ci ha tenuti insieme dall’inizio. Speriamo di mantenere la nostra coerenza con le cose che abbiamo fatto anche in futuro e che questa riesca a incidere in qualche modo, a fare la differenza”

                                                                                                                                                                                               Fabio Cirifino

 

Studio Azzurro nasce nel 1982 a Milano, da un’idea di Fabio Cirifino, Paolo Rosa, Leonardo Sangiorgi a cui, nel 1995, si aggiunge Stefano Roveda. Il fine del gruppo artistico, che si occupa di videoarte, fu da subito quello di integrare linguaggi e competenze diverse, dalla fotografia al video, dalla grafica ai sistemi interattivi. La ricerca artistica di Studio Azzurro si orientava alla costruzione di videoambientazioni, luoghi in cui la triangolazione artista-opera-spettatore fosse labile, creando un vero e proprio immaginario che andava oltre la semplice sperimentazione nei new media.

Opera degli esordi, e una delle più emblematiche, di Studio Azzurro fu Il Nuotatore (va troppo spesso ad Heidelberg), datata 1984.

Il risultato era la spazializzazione di un’esperienza e avveniva attraverso l’ausilio di ventiquattro monitor, tredici programmi video e in fase di ripresa dodici videocamere fissate sul bordo di una piscina, a pelo d’acqua. All’epoca già si presagiva l’indirizzo che aveva il gruppo, anche se ancora l’interattività era una faccenda latente. Divenne poi predominante nei Tavoli (perché queste mani mi toccano?) del 1995, dove su una serie di tavoli erano proiettate diverse scene che interagiscono con lo spettatore al tocco delle mani.

Studio Azzurro negli anni ha cercato “l’opera d’arte totale” rapportandosi con ogni tipo di espressione artistica, dall’architettura al cinema, dalla fotografia alla scrittura, fino al teatro dove trova su particolare espressione in spettacoli quali La camera astratta (1987) e Wer möchte wohl Kaspar Hauser sein? (2000).

Rivelazioni Mediterraneo

La voce rivela il tempo

Rivelazioni Mediterraneo è una mostra progettata da Studio Azzurro per l’Istituto Italiano di Cultura a Madrid, nel 2014.

L’esposizione fa parte del progetto relativo al Mediterraneo iniziato nel 2000 e si articolava in tre sezioni: la prima con il fine di rappresentare il formarsi del pensiero attraverso il disegno e la sua concretizzazione attraverso le riprese video e la postproduzione, una seconda parte dedicata all’artigianato e alla documentazione dei gesti artigianali che caratterizzano la terra manchega e infine una terza sala/ambiente sensibile.

L’ultima sala ospita, quindi, un’installazione interattiva in due parti; due muri contrapposti a rappresentare il territorio conteso della Mancha. Apparentemente inaccessibili, sono, invece, sensibili al gesto della mano del visitatore che scorrendola lungo il muro può “mostrare” la porta che gli permette di esplorare, come sospeso tra il ricordo di un viaggio e il sogno di una mappa. Emergono voci diverse, intrecciate, disperse nel tempo, a raccontare la storia. Al centro della sala un alto cavalletto, illuminato, che con la sua voce conduce il visitatore, come un faro nella notte.

"Sono la memoria di un artigianato che piano piano sta scomparendo - osserva Fabio Cirfino - Un'identità comune, nella sapienza dei gesti quotidiani, che rischiamo di perdere".

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https://www.youtube.com/watch?v=yXWKEjE2DX0

Schede tecniche di installazioni di Studio Azzurro

Il Giardino delle Cose
Il Viaggio
Traiettorie Celesti
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